Il Mobility manager è la figura che si occupa di interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilità delle persone, collaborando con il piano di mobilità sostenibile.

L’Italia, conta circa 63 automobili ogni 100 abitanti. Siamo il terzo paese a livello europeo in termini di tasso di motorizzazione, dopo Lussemburgo ed Islanda.

La mobilità italiana è, quindi, un fenomeno prettamente individuale, con valori molto più elevati rispetto alle capitali estere che guardiamo come benchmark.

I costi della mobilità individuale sono rilevanti: in Italia spendiamo circa 140 miliardi di euro all’anno per il trasporto individuale, quasi 2.500 euro per ogni cittadino.
Questo fenomeno ha chiaramente degli effetti anche sull’inquinamento e sulla congestione del traffico: in media, ogni giorno, a Milano si perdono 35 minuti; 42 a Roma.

Per ovviare a questo problema, il ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile, ha stanziato un fondo da 50 milioni di euro per favorire la mobilità sostenibile e in particolare per sostenere il lavoro dei mobility manager.


Da qui si torna a parlare di mobility manager, figura nata nel 1998, ma che prende sempre più importanza con la legge varate nel 2020.

Cosa fa un mobility manager? 


Il mobility manager ha il compito di ideare delle condizioni che permettono di garantire una maggiore sostenibilità degli spostamenti casa-lavoro nelle grandi imprese con sede in centri urbani molto estesi tramite la redazione di un apposito PSCL (piano di spostamenti casa-lavoro).


Il Mobility manager dovrà quindi occuparsi di cercare delle soluzioni di mobilità per i lavoratori, incentivando forme di mobilità sostenibile per gli spostamenti, tenendo conto anche dello stato dell’offerta di trasporto presente nel territorio interessato.


Quasi 3 lavoratori italiani su 4 viaggiano quotidianamente in auto per andare a lavorare, perdendo fino a 166 ore annue nel traffico ed oltre 40 alla ricerca di parcheggio.
Questo vuol dire che si ha una minore produttività ed efficienza, a costo anche di un impatto negativo per l’ambiente ed alti costi di affitto e manutenzione delle aree di parcheggio da un lato, dall’altro maggiori consumi e costi per il lavoratore,  perdita di tempo nel cercare parcheggio e ulteriore stress e ritardo al lavoro. 


Per ovviare a questi problemi, già da parecchi anni, le aziende stanno cercando di snellire la mobilità dei propri dipendenti o comunque, in generale, del mondo del lavoro. Come rendere smart il tragitto lavoro-casa/casa-lavoro?


È nata una soluzione vantaggiosa per aziende e dipendenti; ed è la condivisione dei viaggi casa-lavoro tra colleghi, il cosiddetto: carpooling aziendale o KINTO JOIN di Toyota.Kinto Join è un’applicazione dedicata alle aziende per il carpooling.


Con KINTO JOIN sia azienda che dipendente hanno i propri vantaggi. L’azienda riesce ad essere più sostenibile, a creare una community tra i suoi dipendenti, ad essere più flessibile nei loro confronti, aumenta la propria efficienza e reputazione. Il dipendente, invece, ci guadagna in tempo, meno stress, più produttività e relazioni con i suoi colleghi; inoltre da il suo contributo per l’ambiente.


Come funziona KINTO JOIN?


L’App abilita e traccia gli spostamenti casa-lavoro sostenibili. La dashboard permette alla tua azienda di monitorare l’utilizzo dell’app e i risultati ambientali, ottenuti con gli spostamenti. Essa monitora i risultati in tempo reale. 

Kinto Join, mostra i colleghi disponibili a condividere il viaggio in base al percorso, agli orari e alle abitudini. Quindi è possibile organizzare il viaggio in carpooling direttamente con la chat di KINTO Join. Inoltre, KINTO Join aiuta l’azienda ad incentivare l’uso dell’App collegandolo ad un piano di welfare specifico. 

Grazie alla tecnologia brevettata, l’App verifica l’effettiva condivisione del viaggio e ne calcola i benefici ambientali. Non c’è dubbio, Kinto Join non è il futuro della mobilità, ne è il presente; ed un presente ormai imprescindibile.

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